La struttura
Nella struttura vi erano cucine, lavanderie, granai, pollaio, deposito del carbone, legnaia, scuderie, cavallerizza, fienile, cantine, agrumarie, magazzini per la frutta, orti, vigna, macelleria e ghiacciaia.
Senza dubbio, però, le parti di maggiore fascino erano quelle riservate agli appartamenti del proprietario e degli ospiti che comprendevano il salone delle feste, il teatro, la sala biliardo, l'oratorio, lo scalone d'onore; ambienti affrescati e riccamente arredati. Da non dimenticare i giardini che si estendevano nel retro della Villa, con mosaici e ninfei sino a raggiungere un attracco per le barche sul Po. Il Palazzo restò proprietà della famiglia Dati Somaglia fino al 1824 quando, per l'impossibilità di mantenerlo a causa dei numerosi debiti, fu venduto all'inglese Sir Richard Holt. Quest'ultimo insediò nella Villa e nel paese alcune filande, trasformando la cavallerizza in fabbrica. L'inglese accumulò molti debiti e alla sua morte, nel 1847, la proprietà fu passata al suo maggiore creditore, il conte Giulio Litta.
